Radio emerges from the electronic soup

On Tue, 3 Sep 2002, douglas repetto wrote:

> i'm seeing more and more of this kind of stuff, where people are using
> GAs and other techniques to evolve actual physical devices:
>
> http://www.newscientist.com/news/news.jsp?id=ns99992732
>
>
> very exciting.

Control vs. Self-development.
Ultra-exciting. Yeehaw! Watch humanity jump from a cliff.
All I want to know was why did Hitler bother? They're going that way
naturally already. What a dunce!

With apologies to Italians for missing accents & suchlike:

Il problema dell'Uomo Nuovo, gia sollevato agli inizi del secolo, si
pone oggi in tutta la sua importanza. Questo perche la societa umana si
trova davanti ad un salto smisurato rispetto ai precedenti storici. La
Nuova Era, resa imminente dai progressi della tecnica, si preannuncia ben
piu dissimile dal periodo attuale di quanto quest'ultimo non lo sia dal
Medioevo.

Esiste tuttavia un tratto comune a questi periodi di transizione: il
problema della creazione di una nuova elite.

Sono le tematiche affrontate in maniera piu specifica nell'articolo Le
probleme de l'Homme Nouveau. I cambiamenti dell'elite dirigente dal
Medioevo fino all'epoca dell'Enciclopedia, precisa Mouravieff, si sono
prodotti in funzione dell'apparizione di un uomo di nuovo tipo:
l'intellettuale o uomo di scienza.

Il tipo d'uomo d'elite venutosi a creare all'inizio dell'epoca moderna,
prosegue Mouravieff, e caratterizzato dalla potenza intellettuale, ed e
ben rappresentato da personaggi quali Cartesio o, pi tardi, dagli
enciclopedisti francesi. Dotato di un senso pratico piuttosto scarso,
questo "uomo nuovo" ha orientato i suoi sforzi verso la scienza applicata
e condotto l'Europa alla rivoluzione industriale, che giunge oggi al suo
apice con lo sfruttamento dell'energia atomica.

Come a suo tempo il cavaliere medievale, cosi oggi il "tecnocrate",
sorpassato dagli avvenimenti, deve rassegnarsi a cedere il passo ad un
nuovo tipo di uomo. E proprio qui sta un nodo problematico della
questione. Mouravieff ritiene che il grande pericolo dei nostri tempi
consista nell'immobilismo del pensiero sul piano morale. Senza rendersene
del tutto conto, l'uomo contemporaneo crede di poter affrontare e
risolvere i problemi di oggi e di domani con dei metodi utilizzati nei
secoli passati. In questo modo non tiene conto delle enormi modificazioni
prodottesi nel frattempo in ogni campo.

Commentando una profezia di S. Pietro, Mouravieff ritiene che il futuro
dell'umanita possa essere o diabolicamente catastrofico (andando incontro
al cataclisma previsto dall'apostolo) o divinamente creativo e dar luogo a
"dei nuovi cieli e una nuova terra dove abitera la verita".

<i> wrote:
There is no creativity.

http://www.god-emil.dk/~dua42/

`, . ` `k a r e i' ? ' D42